La posidonia non è un alga!!!

LA POSIDONIA OCEANICA NON è UN ALGA!

Avete presente in Peter Pan quando dice “Ogni volta che un bimbo dice: ‘Io non credo alle fate’, c’è una fatina che da qualche parte cade a terra morta.” Ecco quando qualcuno chiama la Posidonia oceanica alga, in qualche parte del mondo, a un biologo marino viene il mal di pancia…probabilmente a quello che si trova più vicino a voi mentre dite la suddetta cosa. Per favore perdonatelo se a quel punto si avvicinerà e proverà a spiegarvi perché tale affermazione è tanto sbagliata (lo stesso vale anche quando ordinate polipi al ristorante!). Lo so che tutti pensate che in mare ci siano solo le alghe a fare la fotosintesi ma invece no!

La Posidonia oceanica NON è un alga ma una pianta.

E che differenza c’è? Bhe… per fare un paragone subacqueo, la stessa che c’è fra uno che fa il bagno e un subacqueo tecnico. Infatti, come gli alberi, la P.oceanica ha tessuti specializzati che compongono radici, fusto, foglie e per riprodursi ha fiori e frutti. Le alghe invece sono molto più primitive e sono costituite da un solo tipo di tessuto il tallo (per capirsi meglio in una pianta la fotosintesi avviene nelle cellule specializzate che compongono le foglie mentre in un alga avviene praticamente ovunque batta il sole).

La P.oceanica è il risultato dell’adattamento alla vita acquatica di piante superiori che 120 milioni di anni fa hanno “deciso” di trasferirsi dalla terra ferma al mare (più o meno quello che vorrebbe fare qualsiasi subacqueo;)).

Subacqueamente parlando di solito le immersioni in luoghi ricoperti da prateria di P.oceanica non sono tra le migliori infatti il paesaggio può essere un po’ monotono considerando che una prateria ben conservata si estende per km all’apparenza tutta uguale, generalmente le zone rocciose dove possiamo trovare buchi e fenditure in cui guardare riservano gradite sorprese come polpi, murene e gronghi oppure nelle zone d’ombra è possibile trovare tratti coloratissimi ricoperti da spugne, briozoi e alghe molto colorati e quindi più gradevoli alla vista rispetto ad un uniforme distesa verde.

Questo però solo in apparenza, infatti, la prateria è un luogo ricco di forme di vita e di colore, basta spostare (delicatamente!) i ciuffi di posidonia per osservare una moltitudine di organismi che vivono all’ombra delle sue fronde. Fra le sue foglie trovano riparo dai predatori tantissime forme giovanili, per questo si dice che svolge la funzione di nursery, inoltre offrono una superficie su cui crescono e vivono una moltitudine di organismi vegetali e animali. Tutta questa vita, poco visibile, attira comunque anche organismi di dimensioni ragguardevoli come i dentici che stanno in agguato tra le foglie prima di partire per un attacco a tutta velocità!  

Un piccolo aneddoto…una volta un mio caro amico mi ha raccontato di aver perso una torcia in mezzo alla posidonia, nel tentativo di ritrovarla ha cominciato a cercare alla ceca tastando alla base della posidonia nel punto in cui pensava fosse caduta, ad un certo punto sente con le mani qualcosa di cilindrico e tutto contento lo tira su pensando fosse la sua amata torcia… invece si è ritrovato fra le mani uno spaventatissimo gattuccio! Non mi ricordo se poi ha ritrovato la torcia ma sicuramente questa storia è l’esempio di quali sorprese si celano tra le foglie di posidonia. Scegliete voi se organismi marini o attrezzatura persa;))).

Di seguito alcune nozioni schematiche sulla P.oceanica

RADICI: servono principalmente come mezzo per ancorarsi al fondo perché questa pianta è capace di assorbire nutrienti da tutta la sua superficie comprese le foglie.

FUSTO: la P.oceanica presenta un fusto modificato detto RIZOMA che cresce sotto terra, inoltre si distinguono due tipi di rizomi i PLAGIOTROPI che crescono orizzontalmente e gli ORTOTROPI che crescono verticalmente in questo modo intrappolano la sabbia e altri piccoli pezzettini e costituiscono una struttura chiamata MATTE. In questo modo la Posidonia cresce e guadagna terreno con un ritmo lentissimo circa 1metro al secolo.

FOGLIE: sono a forma di nastro e possono essere lunghe fino a 1 metro sono di colore verde quando sono giovani e quando sono vecchie e si staccano dalla pianta diventano color marrone come le foglie degli alberi in autunno. Sono riunite in fasci in cui le più giovani si trovano all’interno e le più vecchie si trovano all’esterno. Una volta morte possono essere trasportate dalle correnti sulle spiagge dove formano le BANQUETTE. I residui fogliari fibrosi che sono alla base de i rizomi vengono trasformati dal moto ondoso in EGAGROPILI dette anche palline di mare!

FIORI: sono verdi e raggruppati in una infiorescenza a forma di spiga, il polline prodotto viene trasportato dall’acqua grazie alle correnti proprio come quello dei pini viene trasportato dal vento. La riproduzione avviene a settembre-ottobre. Le foto dei fiori qua sopra sono state scattate da Riccardo Buralli nel 2015, alla fine di un estate particolarmente afosa, in cui in quasi tutti i punti di immersione del l’isola d’Elba è stato possibile osservare dal vivo la fioritura della P.oceanica .

FRUTTI: anche loro sono verdi e per la loro forma sono state soprannominate “olive di mare”, una volta mature (aprile-maggio) si staccano e vengono a galla in questo modo sono trasportate lontano ed è per questo che occasionalmente è possibile trovarle sulle spiagge. Quando il frutto marcisce viene liberato il seme che si trova al suo interno che cade sul fondo dove, se trova le condizioni adatte, sviluppa una nuova pianta.

Il nome Posidonia deriva dal dio del mare degli antichi greci per sottolineare la sua grande importanza all’interno dell’ecosistema marino.

Infatti :

  • Si trova solo nel Mediterraneo: Esistono altre 8 specie di Posidonia presenti in Australia ma la Posidonia oceanica si trova solo nel Mediterraneo la prateria più estesa è quella presente tra le isole di Formentera e Ibiza e si estende per circa 15 kilometri inoltre secondo alcuni studi sarebbe l’organismo vivente più longevo (centinaia di migliaia di anni).
  • è uno dei produttori primari di ossigeno (circa 14l/mq/anno) e di sostanze organiche (circa 20 t/ha/l’anno): per questo viene paragonata alle foreste tropicali, il suo danneggiamento da parte dell’uomo potrebbe causare un grosso danno poiché la loro scomparsa potrebbe generare una fonte di CO2 ove ora c’è una fonte di ossigeno.
  • è un indicatore della salute del mare: osservando lo stato di salute delle praterie (insieme delle piante di posidonia) si può valutare il grado di inquinamento dello specchio d’acqua preso in esame. Per esempio si osservano il numero di foglie per fascio e il numero di fasci per metro quadrato, il tipo e la quantità di organismi che vivono sopra e tra le sue foglie, la profondità fino a cui viene trovata è per esempio indice di chiarezza delle acque. In acque molto chiare come quelle di Pianosa si estende fino a 50 metri.
  • protegge le coste dall’erosione: in autunno quando le sue foglie si staccano vengono depositate sulla costa e formano le BANQUETTE che proteggono le spiagge dalle mareggiate invernali; la conformazione delle MATTE con le lunghe foglie che le sovrastano nei pressi delle coste attutiscono l’azione delle correnti marine e del moto ondoso.
  • Come già detto, da rifugio e protezione e nutrimento ad un gran numero di piccoli organismi e alle forme giovanili di molti altri: la presenza delle lunghe foglie rende l’ambiente simile a quello della macchia o del sottobosco dove piccoli animali possono vivere e riprodursi al riparo dai grandi predatori, gli esemplari giovanili di molte specie trovano rifugio nella posidonia fino a che non saranno abbastanza grandi da avventurarsi nel mare aperto. Le foglie vicine e stese verso la superficie intrappolano e concentrano le particelle organiche presenti nella colonna d’acqua per questo all’interno delle praterie sono presenti una grande quantità di filtratori come la Pinna nobilis detta anche nacchera. Molti altri animali marini si nutrono degli organismi che crescono sulle sue foglie o tra i rizomi.
  • Sono pochissimi gli animali che si nutrono direttamente della Posidonia oceanica solo il “riccio femmina” Paracentrotus lividus, il crostaceo Idotea e la salpa Sarpa salpa si cibano abitualmente delle sue foglie poiché i suoi tessuti verdi sono ricchi di una sostanza amara.
  • L’importanza e la vulnerabilità di questa pianta e il suo impatto sul genere umano sono tutelate dalle legislazioni europee e nazionali: la direttiva “Habitat” dell’Unione europea definisce come un habitat prioritario le praterie di Posidonia di Ibiza(Eivissa) e Formentera che sono state dichiarate, nel 1999, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco.Il Servizio Difesa Mare del Ministero dell’Ambiente, ha definito un piano specifico per la mappatura della Posidonia lungo le coste del Mediterraneo, secondo il “Programma nazionale di individuazione e valorizzazione della Posidonia oceanica nonché di studio delle misure di salvaguardia della stessa da tutti i fenomeni che ne comportano il degrado e la distruzione”, previsto dalla Legge n° 426/98.
  • La scomparsa di questi ecosistemi in grado anche di sequestrare CO2dall’atmosfera e di regolare l’acidità delle acque, possono peggiorare il problema del riscaldamento globale e conseguente cambio climatico, poiché la loro scomparsa potrebbe generare una fonte di CO2 ove ora c’è una fonte di ossigeno.
  • Le principali minacce per le praterie di Posidonia sono le cementificazione delle rive, l’inquinamento, gli effetti dannosi delle reti “a strascico”, gli ancoraggi, specie invasive*
  • Questi ecosistemi, che occupano circa mezzo milione di chilometri quadrati (km2), sono in declino a livello mondiale, con un tasso di perdita stimata del 1-2% all’anno, quattro volte il tasso di perdita della foresta tropicali, la percentuale sale e raggiungere il 5% nel Mediterraneo. Inoltre, la lenta crescita di queste piante (2 cm/anno) e la bassa produzione di sementi fanno si che le perdite siano irreversibili, in quanto il recupero della Posidonia richiede diversi secoli.
  • *Caulerpa racemosa: nelle nostre acque quest’alga invasiva (introdotta in seguito all’apertura del canale di Suez la sua diffusione è stata incrementata dal suo utilizzo negli acquari) è entrata in competizione con la P.oceanica. E’ noto, infatti, che ai bordi delle praterie e in condizioni di indebolimento delle piante di Posidonia, la Caulerpa (in prevalenza la specie C. racemosa) invade le “mattes” sofferenti, e in situazioni in cui la fanerogama è in svantaggio di competizione; riesce a raggiungere dimensioni eccezionali, andando ad ombreggiare e quindi a danneggiare la sua antagonista.