SEI QUELLO CHE MANGI

Come trovare sott'acqua quello che cerchi sapendo cosa mangia!

Molti si stupiscono della bravura di alcune guide nel trovare ad ogni immersione nudibranchi e altre creature marine molto apprezzate dai fotografi. Beh sappiate che non si tratta di magia, sesto senso o altre diavolerie ma di conoscenza approfondita del punto di immersione e delle abitudini di vita degli organismi di cui si va in cerca.

Lo so che sembra che li tiriamo fuori dalle tasche del gav ma vi assicuro che invece dietro c’è tanta passione, studio ed esperienza. In questo articolo condividerò con voi qualche trucco del mestiere in particolare come individuare più facilmente determinati tipi di nudibranchi sapendo quello che mangiano. Questo potrebbe rivelarsi per voi molto utile non solo nel caso che decidiate di intraprendere il percorso per diventare guida subacquea, un lavoro (si è un lavoro anche se tanti pensano che sia come essere in vacanza) bellissimo e ricco di soddisfazioni, ma anche se siete semplicemente in cerca di soggetti per le vostre foto. I nudibranchi vista la loro lentezza sono dei soggetti perfetti da fotografare e, soprattutto se riuscite a fare delle belle macro, vi accorgerete che sono ricchi di particolari e molto colorati. Certo hanno il difetto di essere piccoli e/o la tendenza a restare in anfratti poco illuminati, questi organismi però si nutrono di spugne e briozoi che sono di dimensioni maggiori e quindi più facili da trovare.

Cominciamo con sua maestà la vacchetta di mare o Discodoris atromaculata diciamo che è la più facile da trovare viste le dimensioni e la colorazione caratteristica e alquanto appariscente….indovinate un po’ perché? Dipende da quello che mangia, infatti si nutre principalmente di un tipo di spugna particolarmente dura la Petrosia ficiformis di cui immagazzina parte dei residui della digestione, questo rende la vacchetta dura e poco commestibile e per ricordarlo si mette bene in evidenza, questo tipo di colorazione si dice aposematica e si riscontra negli organismi tossici, indigesti o semplicemente dal sapore particolarmente sgradevole in questo modo i predatori possono riconoscerli immediatamente e evitano di mangierseli! Non è geniale!? Ovviamente ci sono anche quelli che se ne approfittano e, pur essendo gustosissimi e sani, adottano gli stessi colori per ingannare chi se li vuol mangiare. Una volta trovato la sua preda la vacchetta ne attacca la superfice con a radula (ovvero una sorta di nastro dentato e chitinoso, simile ad una lingua) raspandone la superfice dopo questo trattamento le parti mangiate risultano più chiare. Quindi ricapitolando per trovare la vacchetta di mare basta osservare le spugne e fino a trovare Petrosia ficiformis che appare massiccia, compatta e dura (come un sasso, da cui il nome)con superficie ruvida, ricoperta di osculi (i fori caratteristici delle spugne da cui fuoriesce l’acqua che è stata filtrata) e con colorazione rosso violacea. La colorazione è dovuta alla presenza di cianobatteri che vivono nella parte illuminata della spugna.

Le Flabelline, tra cui le più “famose” sono la Flabellina affinis e la Cratena peregrina, in genere si nutrono di idroidi, organismi appartenenti al phylum degli Cnidari o Celenterata, lo stesso a cui appartengono le meduse e con cui condividono le caratteristiche cellule urticanti. Sono organismi coloniali che appaiono nel complesso come piccoli alberelli verdi/trasparenti di consistenza dura ma elastica e flessibili, i cui polipi (esattamente i POLIPI non sono i POLPI e per via delle cellule urticanti ordinarli al ristorante potrebbe essere causa di dolorose irritazioni!) hanno un corpo in cui notiamo soprattutto l’apparato boccale del tutto simile alla corolla di un fiore. Le flabelline sono dei molluschi gasteropodi caratterizzati da colori brillanti e da cerata, delle escrescenze allungate che servono sia per aumentare a superficie corporea (in molti esemplari le respirazione avviene attraverso la cute) ma anche per la difesa e per la digestione, infatti possono contenere al loro interno diverticoli della ghiandola epatica, mentre in alcuni sono muniti di organi di raccolta delle cellule urticanti degli organismi di cui si nutrono. Per essere sicuri che la loro prole abbia subito sufficiente nutrimento per svilupparsi questi nudibranchi depongono le loro uova (raggruppate in sottili filamenti di colori diversi a seconda delle specie per esempio quelle della Flabellina affins sono di colore viola mentre quelle della Cratena peregrina sono bianche) direttamente tra i rami degli idroidi in particolare durante la primavera e l’estate. Quindi per trovare questi splendidi animali di piccole dimensioni ma coloratissimi e ricchi di particolari non dobbiamo fare altro che guardare su ogni “piccolo alberello” (idroide) che troviamo durante l’immersione!

Se siete in cerca di Janolus cristatus, nudibranco di colore giall-bruno trasparente, caratterizzato da cerata a forma di lampadina con la parte terminale tra il celeste e il bianco opalescente, sappiate che si nutre di briozoi: animali che formano colonie, incrostanti o arborescenti, caratterizzate dall’avere i singoli individui chiusi in un involucro calcareo o chitinoso dal quale fuoriesce, solo quando è necessario, la parte del corpo predisposta al filtraggio chiamata lofoforo. I briozoi per un occhio inesperto possono essere confusi con alcuni tipi di alghe, spugne e coralli per questo è importante documentarsi bene! Le prede preferite dal nostro Janolus cristatus sono in particolare Alcyonidium gelatinosum, alcune specie appartenenti al genere Bugula (B.avicularia, B.flabellata, B.neritina, B.turbinata) e quelle appartenenti a Cellaria. Per riconoscerle meglio vi consiglio di fare una ricerca di immagini di questi organismi in modo da farvi un’idea di come appaiono. Non nutrendosi di cnidari, lo J.cristatus, non presenta le loro cellule urticanti all’interno dei cerata ma per difendersi dai predatori ha sviluppato la capacità di rilasciare alcuni cerata che continuano a muoversi anche dopo che sono stati separati dal corpo, confondendo i predatori! Un po’ come fanno le lucertole con la coda. Questa capacita viene detta autotomia.

Per chi desidera approfondire l’argomento nudibranchi consiglio il sito http://opistobranquis.info/en/#gsc.tab=0 in inglese oppure il libro NUDIBRANCHI DEL MEDITERRANEO di Egidio Trainito e Mauro Doneddu in italiano.

Ovviamente non solo il cibo caratterizza la distribuzione degli organismi in mare molte altre sono le necessità e le abitudini che spingono gli animali a trovarsi in un determinato posto piuttosto che in un altro e per impararlo uno dei modi migliori è frequentando dei corsi di ecologia e biologia marina oppure ci si può sempre affidare ad una guida esperta!